In che modo la medicina tradizionale cinese ha saputo capire e studiare l’energia umana, il “CHI” ? Circa 5000 anni or sono, in Cina erano state fatte osservazioni molto originali nell’occasione di eventi bellici e di caccia. Era stato infatti notato il potere benefico che avevano stimolazioni di diversa natura (calore, pressione, puntura, taglio, ecc) qualora realizzate su ben precisi punti. Queste osservazioni furono poi lo spunto di studi più specifici che furono raccolti e sintetizzati nel 2697 a.C. da Huang Di, detto anche Imperatore Giallo perché fu il leggendario condottiero di una grande tribù cinese che viveva presso il fiume giallo. È proprio a Huang Di che si deve il primo libro di medicina interna, il “Huang Di Nei Ching”. La medicina cinese ebbe però il suo enorme sviluppo grazie alle ricerche mediche sviluppate durante il periodo degli stati combattenti, ovvero dal 500 a.C. al 217 a.C., in cui vi fu una continua e violentissima guerra tra tutti gli stati della Cina. La fine degli stati combattenti, coincise con la vittoria finale di un unico stato (Qin) su tutti gli altri e la conseguente formazione del primo impero cinese. Nel frattempo…ogni stato aveva i prigionieri degli altri e su di essi venivano condotte sperimentazioni mediche in vivo, passate alla storia come le famose “torture cinesi”!

È per questo che la medicina cinese è particolarmente famosa per la cura e il controllo del dolore di più svariata natura? In effetti è così. Purtroppo è solo negli studi “in vivo” che è possibile studiare il controllo del dolore. Con gli studi “in vivo” si spiega però soprattutto, più in generale, anche il grande sviluppo cinese della conoscenza dell’energia vitale (CHI), come la sua regolazione e il suo percorso nell’insieme del nostro organismo.

Da una comune visione del corpo umano, perché la medicine cinese e occidentale hanno poi avuto uno sviluppo diverso? La medicina cinese proseguirà, anche dopo la fondazione dell’impero, a sviluppare il concetto di energia vitale (CHI) che aveva approfondito durante il periodo degli stati combattenti. Anche in occidente non mancarono i conflitti armati molto aspri ma l’avvento del cristianesimo cambiò l’atteggiamento verso i prigionieri e, anche quando torture vi furono, esse non furono condotte dai medici a scopo scientifico ma dai guerrieri a scopo militare. (Le eccezioni sono molto recenti. Si pensi ad esempio alle sperimentazioni di farmacologia condotte in vivo per circa 4 anni nei campi di concentramento nazisti ed alle sperimentazioni di neurochirurgia e psichiatria condotte in vivo per circa 70 anni nei gulag comunisti.) La “pietas” cristiana verso i vivi e verso i morti (pur non dimenticando che la Chiesa ha generato sia martiri che inquisitori), comportò inoltre la totale impossibilità dei medici occidentali di compiere studi anche solo sui cadaveri. Ci vollero allora ben due secoli dalla fine del medio evo (1700 d.C.) e tutta la tenacia di Giovan Battista Morgagni da Forlì, perché in occidente si cominciasse finalmente ad indagare con sistematicità, almeno nel cadavere, la struttura ed il funzionamento del corpo umano: lo studio della struttura fu davvero eccellente nel merito e soprattutto nel metodo, mentre lo studio del funzionamento, trattandosi di studi sul cadavere, fu invece molto lacunoso e spesso portò addirittura a conclusioni clamorosamente sbagliate. Per esempio, il Morgagni trovò le arterie vuote (cosa normale nel cadavere) e pensò che la respirazione polmonare portasse aria nelle arterie! Un esempio clamoroso di lacuna scientifica è invece proprio la mancata scoperta dell’energia vitale. Ma quanta energia vitale, quanto flusso elettromagnetico, quanta attività metabolica e digestiva si può trovare nei cadaveri? Nella descrizione anatomica e nella relazione tra danno anatomico e sintomi, il Morgagni fu però precisissimo e soprattutto metodico. I suoi studi vennero pubblicati col titolo “De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis” e su di essi si è sostanzialmente sviluppata, nei contenuti e nella visione della patologia, tutta la medicina occidentale… con grande beneficio scientifico mondiale ma perpetuando purtroppo, fin quasi ai nostri giorni, il peccato d’omissione circa la conoscenza dell’energia vitale. Nonostante questo, la necessità di sostenere il malato era ben chiara ai medici occidentali del tempo.